Siamo ancora in tempo per salvare il capitalismo da sé stesso, e noi, da noi stessi?
Sono sempre un po’ critico verso il capitalismo attuale: ci è sfuggito di mano e ne siamo diventati vittime.
Ho conseguito la mia prima laurea con una tesi sul lavoro e globalizzazione e le informazioni erano già tutte disponibili 20 anni fa, eppure siamo andati avanti.
La globalizzazione ci aveva promesso più benessere e più crescita per tutti, ma i risultati sono evidentemente ben diversi.
Si diceva che la globalizzazione avrebbe dovuto creare mercati capaci di autoregolarsi, offrendo condizioni vantaggiose per tutti: imprenditori, lavoratori e consumatori. Quello che abbiamo visto succedere in pratica, però, è stato un progressivo aumento di guadagni per grandi aziende, che hanno lottato per raggiungere tre obiettivi: eliminare la concorrenza, ridurre gli stipendi delocalizzando ed aumentare i prezzi.
A conti fatti, gli unici benefici sono stati a favore di grandi corporations e gruppi di famiglie molto ricche, che di fatto stanno governando e decidendo per tutti, se qualcuno può smentire lo faccia, vi prego, mi darebbe una gran bella notizia!
Uno dei messaggi per chi studia con passione economia politica è che le società meno divise funzionano meglio e che quando vi è uguaglianza all’interno di una società, tutti ne traggono beneficio.
Ieri chiudevo un post mettendo in correlazione l’algocrazia (ll potere degli algoritmi), ed il populismo e ponendoli come causa di una società frammentata, e mettevo tutto questo in stretta relazione con l’attuale capitalismo (malato).
È sufficiente fare 2+2 per capire velocemente il contesto in cui ci stiamo muovendo.
É un tema che riguarda tutti, lavoratori ed imprenditori: non penseremo di rimanere in piedi senza contraccolpi?
La legge della natura pesce grande e pesce piccolo nel contesto attuale è applicata senza colpo ferire. E più la società è frammentata, più riesce ad attecchire.
Siamo ancora in tempo per salvare il capitalismo da sé stesso, l’economia deve servire gli umani, non sono gli umani che devono servire l’economia.
Alla prossima
Davide